Vignettando
Vignette e riflessioni
venerdì 12 dicembre 2014
"Riforma delle coscienze" al Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre
La povertà, le disuguaglianze e l'adeguamento al sistema sono i tre flagelli che alimentano tutti i tipi di mafie.
E' quanto emerge dalla giornata del Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre in ricordo del sindaco di Pagani (Sa) assassinato dalla camorra l'undici dicembre del 1980. Tanti studenti presenti nell'aula magna del liceo scientifico Mons. B. Mangino per guardare un video dell'epoca e per ascoltare le testimonianze delle tante autorità presenti: Giuseppe De Marzo (Responsabile nazionale della campagna Miseria Ladra), Michele Sorice (docente di Sociologia della comunicazione alla LUISS di Roma), Roberto Montà (Sindaco di Grugliasco e Presidente di Avviso Pubblico), Franco Roberti (Procuratore Nazionale Antimafia) e don Luigi Ciotti (Presidente Libera).
La signora De Palma, vedova di Marcello Torre ha chiesto con forza e con rabbia di avere giustizia e di avere una risposta. Insomma di riaprire il caso. Richiesta che il Procuratore Roberti sembra aver accettato per fare definitivamente chiarezza su questo barbaro omicidio avvenuto oramai 34 anni fa.
L'intervento di don Luigi Ciotti è stato davvero penetrante, dal tono di voce deciso ed a favore di una riforma delle coscienze da parte di tutti. "C'è bisogno di uno scatto"- il motto più volte ripetuto e di risposte da parte delle istituzioni, ma la rivoluzione etica deve assolutamente partire dai cittadini. Pesano sicuramente la povertà, la mancanza di lavoro che alimenta le maglie larghe della malavita e le disuguaglianze sociali, ma per cambiare lo status quo la gente non deve voltare la faccia dall'altra parte...deve denunciare, altrimenti continueremo a lamentarci inutilmente.
E' poi sconvolgente il dato proferito da don Luigi e riguardante l'intenzione di accettare un lavoro colluso con le mafie da parte di 6 giovani su 10 e proprio per questo egli ha insistito sul coinvolgimento etico di quei 2 milioni di italiani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione.
Una mattinata davvero molto emozionante e da ripetere possibilmente in ogni dove per sensibilizzare i giovani ed infondere coraggio per poter cambiare in meglio la società civile.
Essere uomini non significa avere una pistola in mano e sparare oppure lucrare sulle debolezze di un sistema, ma acculturarsi, fare associazionismo ed agire per migliorare a favore di tutti il nostro habitat sociale.
giovedì 20 novembre 2014
Se si dimentica il passato e si accoglie Salvini come un eroe
L’esordio del tour "Panorama d’Italia" a Salerno è a Palazzo di Città e ad attendere il giornalista
Bruno Vespa ed il leader della Lega Nord Matteo Salvini c’è una sala strapiena,
circa 350 persone. All’esterno uno sparuto gruppo di cittadini, contenuto dalle
forze dell’ordine, contesta e protesta contro il rappresentante del carroccio.
Giorgio Mulè modera il talk show di presentazione dell’ultima fatica letteraria
di Vespa “Italiani voltagabbana”. Presente anche il primo cittadino Vincenzo De
Luca.
Il Matteo d’opposizione
twitta, scatta foto alla sala e prende appunti. E’ palese lo stupore sui volti
dei tre protagonisti nel vedere tanta gente.
L’eurodeputato leghista
annuncia che alle prossime elezioni regionali il carroccio presenterà liste
proprie anche al sud (Campania e Puglia), incalzato da Bruno Vespa che paragona
questa strategia politica allo “Sbarco di Salerno”. Il leader venuto dal Nord
parla di coerenza e lancia una stoccata al Ncd di Alfano che, pure definendosi
un partito di destra, attualmente è al governo con la sinistra. Vespa gli
chiede dell’alleanza in Veneto proprio col partito di Alfano ma Salvini sembra
titubante affermando che ci saranno diversi cambiamenti in uomini e simboli nei
prossimi sei mesi che anticipano le Regionali.
Per quanto riguarda la
situazione economica il giornalista abruzzese sostiene che l’Italia è un Paese
profondamente a rischio economico e lo stesso Salvini ha anestetizzato gli
altri due leader del centro-destra Berlusconi e Alfano e consiglia al giovane
Matteo di non parlare alla sola pancia degli Italiani ma anche alla testa perché
questo popolo, fatto di gente pratica, è stato illuso troppe volte.
Argomento Europa.
Salvini ha le idee chiare - “l’Europa va azzerata e ricostruita, l’euro ha vita
breve e si dissolverà, poi sul tipo di moneta si vedrà” – facendo riferimento
ad una moneta a due velocità, una per il nord e l’altra per il sud dell’Europa
– “ora siamo in tanti a volere uscire dall’euro, prima pochi pazzi – ed a
riguardo Mulè cita un sondaggio che parla del 47% degli Italiani favorevoli. Il
leader della Lega per suggellare questa tesi cita la crescita economica di tre
Paesi che non utilizzano l’euro e cioè Gran Bretagna, Ungheria e Polonia,
mentre altri nove Stati euro dipendenti registrano solamente dati negativi. Sul
tema interviene anche Vespa suggerendo a Salvini di spiegare bene alla gente
che l’uscita dalla moneta unica è un processo complicato, si andrebbe incontro
alla svalutazione monetaria e dunque tutto questo non può ottenersi solo con un
referendum.
Insomma l’Europa così
non va e sta conducendo l’Italia verso una morte sicura e dunque il 13 Dicembre
la Lega proporrà le sue ricette a partire da una aliquota al 15% uguale per
tutti che “farà ripartire il Paese”, anche su consiglio dell’illustre
economista americano Rabushka.
Sugli immigrati:
“Abbiamo accolto tutti e questi sono i nuovi schiavi senza un futuro”.
All’insinuazione di Vespa
di essere di sinistra Salvini risponde così: “Mi ritengo di sinistra per la
difesa di alcune tematiche come l’ambiente, i ceti deboli, gli operai, i
disoccupati.”
Sui diritti civili: “Il
matrimonio è tra un uomo e una donna e
questo vale anche per le adozioni.”
Riguardo la
magistratura: “Va riportata sulla Terra, questo potere non risponde a nulla e a
nessuno. Appena alzi la testa ti arriva un avviso di garanzia ed io ogni
mattina mi faccio il segno della croce.”
Applausi scroscianti da
parte di una platea che sembra aver dimenticato gli insulti ai meridionali da
parte di più esponenti della Lega in tutti questi anni e soprattutto l’intenzione
secessionista.
A conclusione strette
di mano, selfie, autografi e sorrisi sia per Bruno Vespa che per Matteo
Salvini. Fuori la contestazione per il leghista ed al grido di “fascisti,
fascisti” la risposta degli spettatori del talk show che inneggiano a Salvini e
così quei cittadini salernitani si dividono.
Un leader che sta
cavalcando l’onda e che è pronto a cambiare l’immagine di un partito (forse
Lega dei popoli) per conquistare il Sud, cercando di coprire lo sdegno verso i
meridionali con temi come la lotta agli immigrati, l’uscita dall’euro ed il
Federalismo.
lunedì 3 novembre 2014
Il giovane Pulcinella di Acerra chiede giustizia per il suo popolo
Due minuti di fierezza,
due minuti di protesta, due minuti da pelle d’oca.
E’ la durata
dell’interpretazione magistrale del diciottenne Alfonso Pannella di Acerra (NA) che
ha davvero stupito tutta l’Italia sabato scorso allo show televisivo “Tu sì que
vales”. Travestito da Pulcinella il giovane ha intonato parole di fuoco e di
speranza allo stesso tempo, rappresentando una nuova generazione coraggiosa e
stanca di soprusi ed ingiustizie ad opera delle ecomafie e della politica
corrotta.
Vi invito a riflettere leggendo le seguenti parole
ed a vedere il video cliccando sul link http://www.youtube.com/watch?v=IIdqybal4yY
“Terra di padri, terra di madri, terra di figlie e di conigli,
terra
mia, terra ‘e nisciun, terra inquinata dall’ecomafia
terra
di nomi, terra di volti, terra di maschere quando conviene,
terra
felix…ieri, terra ‘e munnezza…oggi, munnezza occultata int ‘e terr d’Acerra
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
Nu
paese avvelenato da incapaci analfabeti col diploma da Iscariota, ma ca
cuscienza ca le fet,
vento
dei roghi che soffia diossina, fusti di melma ben occultati, durece metr nell’acqua
che scorre,
fonte
inquinata che spegne la vita…
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
Stanco
di subire ingiustizie di Stato, processi, menzogna, il popolo chiede giustizia,
vuole
in galera quei topi di fogna
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
E
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.”
Alfonso ci ha messo la
faccia e la mia ammirazione va a lui e a quanti lottano e denunciano senza
paura per la libertà, il diritto alla salute, il diritto ad una vita meno
ingiusta.
venerdì 31 ottobre 2014
Omaggio a De Filippo: il ricordo di Sergio Solli
Con questa intervista realizzata
un anno e mezzo fa in occasione del monologo intitolato: “Io, testimone di Eduardo” al celebre attore Sergio Solli intendo ricordare il genio napoletano a 30 anni esatti
dalla sua morte. Solli ha recitato in molte celebri commedie con De Filippo come
“Natale in casa Cupiello”, “Le voci di dentro”, “Il sindaco del rione Sanità”
ed altre, è stato poi protagonista in film del calibro di “Così parlò
Bellavista”, “Io speriamo che ma la cavo”, “Il postino” o “To Rome with love”
oltre ad aver recitato in molte fiction televisive.
L’eduardologo racconta tanti aneddoti dell'uomo De Filippo: dal
moscone addomesticato con una zolletta di zucchero in una scatolina alla
ricetta pasta cacio ed uova, dal silenzio struggente per la morte della figlia
Luisella al rapporto complicato col fratello Peppino. Inoltre Solli ha voluto
sfatare il mito della presunta avarizia di Eduardo raccontando un esempio su
tutti: la donazione di 14 milioni di vecchie lire all'attore Formicola nel 1974
per curare il suo cuore malato.
Come ha avuto inizio la tua carriera?
“Bella domanda – sorride - ce li
hai un paio di giorni di tempo? In realtà ha avuto inizio un po’ per caso e molto per
magia perché ero assolutamente ed involontariamente un dilettante. Lavoravo con
mio padre, amavo già molto Eduardo ma mai pensando di voler far l’attore. Poi
ci fu una strana combinazione: mi fu presentato Eduardo che aveva bisogno di
sostituire il figlio Luca che era militare, e nel giro di pochi giorni fui
chiamato per un provino di poche battute e mi sentii dire che sarei entrato a
far parte della compagnia. Avrei debuttato dopo 12 giorni a Firenze al teatro della
Pergola. È stata una cosa fiabesca perché non avrei mai pensato di diventare un
attore, d’altronde facevo un altro mestiere.”
Recitare al fianco del grande Eduardo come ha inciso sulla tua
carriera?
“A livello professionale ha
inciso in tutte le maniere e infatti tutt’ora porto con me le cose imparate e
talvolta a teatro o al cinema escono fuori perché 10 anni non si cancellano.
Poi a livello personale mi è rimasto tutto e contrariamente a quelli che dicono
che sarebbe stato bello essere come Eduardo attore, io rispondo che mi sarebbe
piaciuto essere come Eduardo persona.-
qualche particolare su Eduardo uomo? – mi fai domande da giorni e giorni di
tempo, comunque poteva sembrare un personaggio e, a volte lo era, introverso e
severissimo. Poteva apparire cattivo ma tutto questo aveva un suo perché;
infatti era una maniera costruttiva perché diventava cattivo come disse lui una
volta ad una presentazione di un libro: “Non c’è nulla di peggio di un uomo buono quando diventa cattivo”. Sul
lavoro era molto severo, ce ne fossero ancora ma non ce ne sono più e se ti
doveva mortificare lo faceva davanti a tutti gli altri in modo che tu lo
ricordassi, cosa che non si fa più. Quindi, contrariamente ad altri attori che
spesso ne parlano male perché si son sentiti presi di mira, io ho un gran bel
ricordo.”
Del grande Massimo Troisi cosa puoi raccontarci?
“Con lui ho due film e la
combinazione è che ho fatto il mio primo film ed il suo ultimo “Il postino”.
Non è che abbia conosciuto Massimo benissimo, ci siamo frequentati due, tre
volte a Roma a casa sua negli anni ottanta e ti posso dire che era una persona
un pò strana, un po’ introversa, si fidava solo delle persone a lui molto
amiche.”
In questo momento di crisi un tuo messaggio ai giovani…
“Una volta un giornale scrisse
che io ero uno che aggravava la malattia del teatro nei giovani, nel senso che
li spronavo e lo faccio ancora adesso. Infatti faccio scuola di recitazione ma non è
più come prima perché ora se scoprissi un talento non saprei dove portarlo, tanti
anni fa sapevo dove andare.”
Hai ancora dei sogni nel cassetto?
“Io ho due sogni, nemmeno nel
cassetto, perché quello di Eduardo non era un sogno non essendo un attore e poi ce n’è stato un altro che è
stato ancora di più del primo perché lavorare con Woody Allen era una cosa
inimmaginabile per me. Due utopie che si sono realizzate magicamente dunque
cosa posso volere di più dalla mia carriera?”
E rimpianti?
“C’è qualche rimpianto ma non è
addebitabile a me, ma a qualche cosa che qualcuno magari non mi ha fatto fare,
volevo fare o stavo addirittura per fare, ti parlo di Tornatore. Per una sua
fisima personale non mi fece fare “il Camorrista” perché lui non sopportava
Luciano De Crescenzo, storie strane. Peccato perché quell'anno sarei uscito con
due film importanti il “Mistero di Bellavista” e il “Camorrista”.
Secondo te il teatro può avere un ruolo importante nella crescita
civile degli Italiani?
“Non credo perché purtroppo in
questo momento non ci sono maestri o esempi teatrali almeno al sud, invece da
Roma in su la musica cambia. A Napoli credo che il teatro sia moribondo quindi
non ho molta fiducia e se non è accaduto fino ad ora, non credo che accada più.
Oggi non c’è la predisposizione che il pubblico aveva in passato di andare a
vedere determinati spettacoli anche perché a Napoli non è che ci sia molto da
vedere.”
giovedì 30 ottobre 2014
Tassa sul traffico internet. L'Ungheria protesta
Il governo ungherese di
Orban Viktor ha deciso di imbavagliare la libertà di espressione a cominciare
dal web, imponendo una tassa sul traffico internet.
Le indiscrezioni
parlano di una gabella di 50 centesimi di euro per un Gb di traffico. Dopo le
prime proteste il Fidesz (partito di maggioranza) ha provato ad ammorbidire i
toni promettendo una modifica della proposta di legge giustificata col fine di
centrare il budget 2015.
I cittadini ungheresi
non la hanno bevuta e si sono riversati a migliaia nelle strade per protestare contro
la trovata pericolosa del governo. Un fronte trasversale formato da gente
proveniente da diverse estrazioni sociali e senza simboli politici che ha
sfidato il governo al grido di Orban Viktor dittatore con lancio di mouse,
tastiere e pc verso la sede del Fidesz e manifestando approvazione per l’Unione
Europea.
Una condanna netta del
bavaglio al web è giunta anche dalla commissaria europea per le Politiche
Digitali Neelie Kroes.
Stiamo parlando di un
popolo fiero che è sceso in piazza contro chi ha intenzione di controllare l’accesso
alle informazioni, alla cultura, alla comunicazione e vuole incatenare la
libertà di esprimere quelle idee che non sempre si adeguano al sistema
governativo.
Globalizzazione
significa anche prendere il buono che altri popoli possono offrire e direi che
questo esempio di fierezza merita di essere conosciuto e valutato.
mercoledì 29 ottobre 2014
La toccante lettera-testamento della giovane Reyhaneh
La 26enne iraniana Reyhaneh Jabbari,
condannata alla pena capitale per aver ucciso il suo stupratore, è stata
impiccata all’alba dello scorso 25 Ottobre in barba agli appelli internazionali
ed alla campagna per salvarle la vita lanciata sui social soprattutto ad opera
di Amnesty International. Reyhaneh era stata arrestata nel 2007 per essersi
ribellata ad un ex dipendente dell’intelligence iraniana, Morteza Abdolali.
Di seguito pubblico la sua
lettera-testamento rivolta alla madre affinchè possa essere letta da più
persone possibili e faccia riflettere sul coraggio di una ragazza uccisa ingiustamente.
“Cara Shole,
oggi ho appreso che e’
arrivato il mio turno di affrontare la Qisas (la legge del taglione del regime). Mi sento ferita, perché non mi avevi detto che sono arrivata all’ultima pagina del libro della
mia vita. Non pensi che dovrei saperlo? Non sai quanto mi
vergogno per la tua tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare
la tua mano e quella di papa’?
Il mondo mi ha permesso di
vivere fino a 19 anni. Quella notte fatale avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe
stato gettato in un qualche angolo della città e, dopo qualche giorno, la polizia ti
avrebbe portata all’obitorio per identificare il mio cadavere, e avresti
appreso anche che ero stata stuprata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato
poiché noi non godiamo della loro ricchezza e del loro potere. E poi avresti
continuato la tua vita nel dolore e nella vergogna, e un paio di anni dopo
saresti morta per questa sofferenza, e sarebbe finita cosi’.
Ma a causa di quel colpo
maledetto la storia e’ cambiata. Il mio corpo non e’ stato gettato via, ma
nella fossa della prigione di Evin e nelle sue celle di isolamento e ora in
questo carcere-tomba di Shahr-e Ray. Ma non vacillare di fronte al destino e non ti lamentare. Sai bene che la
morte non e’ la fine della vita.
Mi hai insegnato che
veniamo al mondo per fare esperienza e per imparare una lezione, e che ogni
nascita porta con se’ una responsabilità. Ho imparato che a volte bisogna
combattere. Mi ricordo quando mi dicesti che l’uomo che
conduceva la vettura aveva protestato contro l’uomo che mi stava frustando, ma
quest’ultimo ha colpito l’altro con la frusta sulla testa e sul volto,
causandone alla fine la morte. Sei stata tu a insegnarmi che bisogna perseverare, anche fino alla morte,
per i valori.
Ci hai insegnato andando a
scuola ad essere delle signore di fronte alle liti e alle lamentele. Ti ricordi
quanto hai influenzato il modo in cui ci comportiamo? La tua esperienza pero’
e’ sbagliata. Quando l’incidente e’ avvenuto, le cose che avevo imparato non mi
sono servite. Quando sono apparsa in corte, agli occhi della gente sembravo una
assassina a sangue freddo e una criminale senza scrupoli. Non ho versato lacrime, non ho
supplicato nessuno. Non ho cercato di piangere fino a perdere la testa,
perché confidavo nella legge.
Ma sono stata incriminata per indifferenza di fronte ad
un crimine. Vedi, non ho ucciso mai nemmeno le zanzare e gettavo fuori gli
scarafaggi prendendoli per le antenne. Ora sono colpevole di omicidio
premeditato. Il mio trattamento degli animali e’ stato interpretato come un
comportamento da ragazzo e il giudice non si e’ nemmeno preoccupato di
considerate il fatto che, al tempo dell’incidente, avevo le unghie lunghe e
laccate.
Quanto ero ottimista ad
aspettarmi giustizia dai giudici! Il giudice non ha mai nemmeno menzionato che
le mie mani non sono dure come quelle di un atleta o un pugile. E questo paese
che tu mi hai insegnata ad amare non mi ha mai voluta, e nessuno mi ha
appoggiata anche sotto i colpi dell’uomo che mi interrogava e piangevo e
sentivo le parole più volgari. Quando ho rimosso da me stessa l’ultimo segno di bellezza, rasandomi i
capelli, sono stata premiata con 11 giorni di isolamento.
Cara Shole, non piangere per quello che senti. Il primo
giorno che nell’ufficio della polizia un agente anziano e non sposato mi ha
colpita per via delle mie unghie, ho capito che la bellezza non e’ fatta per
questi tempi. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei
desideri, la bella calligrafìa, la bellezza degli occhi e di una visione, e
persino la bellezza di una voce piacevole.
Mia cara madre, il mio modo di pensare è cambiato e tu
non sei responsabile. Le mie parole sono senza fine e le darò a qualcuno in
modo che quando sarò impiccata senza la tua presenza e senza che io lo sappia,
ti verranno consegnate. Ti lascio queste parole come eredita’.
Comunque, prima della mia morte, voglio qualcosa da te e
ti chiedo di realizzare questa richiesta con tutte le tue forze e tutti i tuoi
mezzi. Infatti, e’ la sola cosa che voglio dal mondo, da questo paese e da te.
So che hai bisogno di tempo per questo. Per questo ti dirò questa parte del mio
testamento per prima. Per favore non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in
tribunale e presenti la mia richiesta. Non posso scrivere questa lettera
dall’interno della prigione con l’approvazione delle autorità, perciò ancora
una volta dovrai soffrire per causa mia. E’ la sola cosa per cui, anche
se tu dovessi supplicarli, non mi arrabbierei – anche se ti ho detto molte
volte di non supplicarli per salvarmi dalla forca.
Mia buona madre, cara Shole, più cara a me della mia stessa vita, non
voglio marcire sottoterra. Non
voglio che i miei occhi o il mio cuore giovane diventino polvere. Supplicali
perché subito dopo la mia impiccagione, il mio cuore, i reni, gli occhi, le
ossa e qualunque altra cosa possa essere trapiantata venga sottratta al mio
corpo e donata a qualcuno che ne ha bisogno. Non voglio che sappiano il mio
nome, che mi comprino un bouquet di fiori e nemmeno che preghino per me. Ti dico dal profondo
del cuore che non voglio che ci sia una tomba dove tu andrai a piangere e soffrire. Non voglio che tu indossi abiti scuri
per me. Fai del tuo meglio
per dimenticare i miei giorni difficili. Lascia che il vento mi porti via.
Il mondo non ci ama. Non voleva il mio destino. E adesso
sto cedendo e sto abbracciando la morte. Perché nel tribunale di Dio
incriminerò gli ispettori, l’ispettore Shamlou, il giudice, i giudici della
Corte suprema che mi hanno colpita quando ero sveglia e non hanno smesso di
abusare di me. Nel tribunale del creatore accuserò il dottor Farvandi, e
Qassem Shabani e tutti coloro che per ignoranza o menzogna mi hanno tradita e
hanno calpestato i miei diritti.
Cara Shole dal cuore d’oro, nell’altro mondo siamo io e te gli accusatori
e loro sono gli imputati. Vediamo
quel che vuole Dio. Io avrei voluto abbracciarti fino alla morte. Ti voglio
bene.
Reyhaneh”
Secondo fonti iraniane sono
stati vietati i funerali e non è stata autorizzata la donazione degli organi di
Reyhaneh. Bisogna dire che ciò non è tecnicamente possibile dopo morte per
strada da impiccagione perché la morte avviene per il danno acuto e
irreversibile subito dagli organi privati di ossigeno.
lunedì 27 ottobre 2014
L'Agro nocerino sarnese Green che vorrei...e non è utopia
Il
dossier di Amdot (Associazione malati, trapianti e donatori di organi), Spes e
Progetto Agro è tristemente chiaro: nell’Agro nocerino sarnese su 100 decessi
circa 65 sono causati dal cancro.
Malattie
come la leucemia, il tumore ai polmoni, all’apparato digerente e alle ossa,
degenerazione degli apparati neurovegetativi o cardiovascolari fanno parlare di
“Agro dei fuochi”. Il sentore della peste del XXI secolo era già palese da
tempo nel nostro pensare comune poichè da decenni subiamo i lutti e leggiamo di
tante vite stroncate da questi mali.
Un altro
studio recente condotto da una equipe di ricercatori (geochimici, biologi e
medici) dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Sannio ha
mostrato le possibili relazioni esistenti tra alte concentrazioni di metalli
pesanti nel suolo e la qualità del liquido seminale degli abitanti di sesso
maschile. I risultati dimostrano una forte correlazione tra la concentrazione
anomala di piombo e antimonio e la scarsa qualità del liquido seminale. Più
debole l’impatto di mercurio e zinco.
A questo
punto parlare di un coordinamento
unitario “No Agro dei fuochi” con sedi permanenti nei 16 comuni (Angri,
Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore,
Pagani, Poggiomarino, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del
Monte Albino, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Siano, Striano) che fanno
parte di questo territorio sia giusto e fondamentale per un’azione decisa e
propositiva dei cittadini.
Incontri, manifestazioni pacifiche, dibattiti (che già sono avvenuti in occasione del progetto Grande Sarno) e
soprattutto soluzioni affinchè si
faccia rete e si rafforzi quel senso di comune appartenenza ad una terra che
noi stessi abbiamo martoriato. Un impegno civico forte a favore della tutela
dell’ambiente a partire dalla raccolta differenziata ancora più minuziosa, dal
divieto morale di sporcare le strade delle nostre città gettando a terra
qualsiasi cosa senza aspettare pazientemente di imbattersi nel prossimo cestino
per i rifiuti ed infine i roghi. Infatti non possiamo pensare di eliminare il
problema bruciandolo così da immettere nell’aria particelle tossiche che poi
respiriamo e che vanno a posarsi sulle coltivazioni.
A mio
avviso i nostri rappresentanti politici locali dovrebbero ampliare le ZTL, la
pratica del bike sharing e sfruttare a dovere i fondi europei a favore delle
energie rinnovabili. Insomma bonifiche, idee green e sanzioni reali per chi
inquina vanno a braccetto verso quello che chiamo l’Agro nocerino sarnese green
che vorrei.
Queste riflessioni
non vogliono creare allarmismo ma rappresentano la percezione sentita di un
grave problema che coinvolge circa 300.000 abitanti.
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