venerdì 12 dicembre 2014
"Riforma delle coscienze" al Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre
La povertà, le disuguaglianze e l'adeguamento al sistema sono i tre flagelli che alimentano tutti i tipi di mafie.
E' quanto emerge dalla giornata del Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre in ricordo del sindaco di Pagani (Sa) assassinato dalla camorra l'undici dicembre del 1980. Tanti studenti presenti nell'aula magna del liceo scientifico Mons. B. Mangino per guardare un video dell'epoca e per ascoltare le testimonianze delle tante autorità presenti: Giuseppe De Marzo (Responsabile nazionale della campagna Miseria Ladra), Michele Sorice (docente di Sociologia della comunicazione alla LUISS di Roma), Roberto Montà (Sindaco di Grugliasco e Presidente di Avviso Pubblico), Franco Roberti (Procuratore Nazionale Antimafia) e don Luigi Ciotti (Presidente Libera).
La signora De Palma, vedova di Marcello Torre ha chiesto con forza e con rabbia di avere giustizia e di avere una risposta. Insomma di riaprire il caso. Richiesta che il Procuratore Roberti sembra aver accettato per fare definitivamente chiarezza su questo barbaro omicidio avvenuto oramai 34 anni fa.
L'intervento di don Luigi Ciotti è stato davvero penetrante, dal tono di voce deciso ed a favore di una riforma delle coscienze da parte di tutti. "C'è bisogno di uno scatto"- il motto più volte ripetuto e di risposte da parte delle istituzioni, ma la rivoluzione etica deve assolutamente partire dai cittadini. Pesano sicuramente la povertà, la mancanza di lavoro che alimenta le maglie larghe della malavita e le disuguaglianze sociali, ma per cambiare lo status quo la gente non deve voltare la faccia dall'altra parte...deve denunciare, altrimenti continueremo a lamentarci inutilmente.
E' poi sconvolgente il dato proferito da don Luigi e riguardante l'intenzione di accettare un lavoro colluso con le mafie da parte di 6 giovani su 10 e proprio per questo egli ha insistito sul coinvolgimento etico di quei 2 milioni di italiani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione.
Una mattinata davvero molto emozionante e da ripetere possibilmente in ogni dove per sensibilizzare i giovani ed infondere coraggio per poter cambiare in meglio la società civile.
Essere uomini non significa avere una pistola in mano e sparare oppure lucrare sulle debolezze di un sistema, ma acculturarsi, fare associazionismo ed agire per migliorare a favore di tutti il nostro habitat sociale.
giovedì 20 novembre 2014
Se si dimentica il passato e si accoglie Salvini come un eroe
L’esordio del tour "Panorama d’Italia" a Salerno è a Palazzo di Città e ad attendere il giornalista
Bruno Vespa ed il leader della Lega Nord Matteo Salvini c’è una sala strapiena,
circa 350 persone. All’esterno uno sparuto gruppo di cittadini, contenuto dalle
forze dell’ordine, contesta e protesta contro il rappresentante del carroccio.
Giorgio Mulè modera il talk show di presentazione dell’ultima fatica letteraria
di Vespa “Italiani voltagabbana”. Presente anche il primo cittadino Vincenzo De
Luca.
Il Matteo d’opposizione
twitta, scatta foto alla sala e prende appunti. E’ palese lo stupore sui volti
dei tre protagonisti nel vedere tanta gente.
L’eurodeputato leghista
annuncia che alle prossime elezioni regionali il carroccio presenterà liste
proprie anche al sud (Campania e Puglia), incalzato da Bruno Vespa che paragona
questa strategia politica allo “Sbarco di Salerno”. Il leader venuto dal Nord
parla di coerenza e lancia una stoccata al Ncd di Alfano che, pure definendosi
un partito di destra, attualmente è al governo con la sinistra. Vespa gli
chiede dell’alleanza in Veneto proprio col partito di Alfano ma Salvini sembra
titubante affermando che ci saranno diversi cambiamenti in uomini e simboli nei
prossimi sei mesi che anticipano le Regionali.
Per quanto riguarda la
situazione economica il giornalista abruzzese sostiene che l’Italia è un Paese
profondamente a rischio economico e lo stesso Salvini ha anestetizzato gli
altri due leader del centro-destra Berlusconi e Alfano e consiglia al giovane
Matteo di non parlare alla sola pancia degli Italiani ma anche alla testa perché
questo popolo, fatto di gente pratica, è stato illuso troppe volte.
Argomento Europa.
Salvini ha le idee chiare - “l’Europa va azzerata e ricostruita, l’euro ha vita
breve e si dissolverà, poi sul tipo di moneta si vedrà” – facendo riferimento
ad una moneta a due velocità, una per il nord e l’altra per il sud dell’Europa
– “ora siamo in tanti a volere uscire dall’euro, prima pochi pazzi – ed a
riguardo Mulè cita un sondaggio che parla del 47% degli Italiani favorevoli. Il
leader della Lega per suggellare questa tesi cita la crescita economica di tre
Paesi che non utilizzano l’euro e cioè Gran Bretagna, Ungheria e Polonia,
mentre altri nove Stati euro dipendenti registrano solamente dati negativi. Sul
tema interviene anche Vespa suggerendo a Salvini di spiegare bene alla gente
che l’uscita dalla moneta unica è un processo complicato, si andrebbe incontro
alla svalutazione monetaria e dunque tutto questo non può ottenersi solo con un
referendum.
Insomma l’Europa così
non va e sta conducendo l’Italia verso una morte sicura e dunque il 13 Dicembre
la Lega proporrà le sue ricette a partire da una aliquota al 15% uguale per
tutti che “farà ripartire il Paese”, anche su consiglio dell’illustre
economista americano Rabushka.
Sugli immigrati:
“Abbiamo accolto tutti e questi sono i nuovi schiavi senza un futuro”.
All’insinuazione di Vespa
di essere di sinistra Salvini risponde così: “Mi ritengo di sinistra per la
difesa di alcune tematiche come l’ambiente, i ceti deboli, gli operai, i
disoccupati.”
Sui diritti civili: “Il
matrimonio è tra un uomo e una donna e
questo vale anche per le adozioni.”
Riguardo la
magistratura: “Va riportata sulla Terra, questo potere non risponde a nulla e a
nessuno. Appena alzi la testa ti arriva un avviso di garanzia ed io ogni
mattina mi faccio il segno della croce.”
Applausi scroscianti da
parte di una platea che sembra aver dimenticato gli insulti ai meridionali da
parte di più esponenti della Lega in tutti questi anni e soprattutto l’intenzione
secessionista.
A conclusione strette
di mano, selfie, autografi e sorrisi sia per Bruno Vespa che per Matteo
Salvini. Fuori la contestazione per il leghista ed al grido di “fascisti,
fascisti” la risposta degli spettatori del talk show che inneggiano a Salvini e
così quei cittadini salernitani si dividono.
Un leader che sta
cavalcando l’onda e che è pronto a cambiare l’immagine di un partito (forse
Lega dei popoli) per conquistare il Sud, cercando di coprire lo sdegno verso i
meridionali con temi come la lotta agli immigrati, l’uscita dall’euro ed il
Federalismo.
lunedì 3 novembre 2014
Il giovane Pulcinella di Acerra chiede giustizia per il suo popolo
Due minuti di fierezza,
due minuti di protesta, due minuti da pelle d’oca.
E’ la durata
dell’interpretazione magistrale del diciottenne Alfonso Pannella di Acerra (NA) che
ha davvero stupito tutta l’Italia sabato scorso allo show televisivo “Tu sì que
vales”. Travestito da Pulcinella il giovane ha intonato parole di fuoco e di
speranza allo stesso tempo, rappresentando una nuova generazione coraggiosa e
stanca di soprusi ed ingiustizie ad opera delle ecomafie e della politica
corrotta.
Vi invito a riflettere leggendo le seguenti parole
ed a vedere il video cliccando sul link http://www.youtube.com/watch?v=IIdqybal4yY
“Terra di padri, terra di madri, terra di figlie e di conigli,
terra
mia, terra ‘e nisciun, terra inquinata dall’ecomafia
terra
di nomi, terra di volti, terra di maschere quando conviene,
terra
felix…ieri, terra ‘e munnezza…oggi, munnezza occultata int ‘e terr d’Acerra
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
Nu
paese avvelenato da incapaci analfabeti col diploma da Iscariota, ma ca
cuscienza ca le fet,
vento
dei roghi che soffia diossina, fusti di melma ben occultati, durece metr nell’acqua
che scorre,
fonte
inquinata che spegne la vita…
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
Stanco
di subire ingiustizie di Stato, processi, menzogna, il popolo chiede giustizia,
vuole
in galera quei topi di fogna
e
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.
E
‘a guerra che stann facenn sta gente d’Acerra.”
Alfonso ci ha messo la
faccia e la mia ammirazione va a lui e a quanti lottano e denunciano senza
paura per la libertà, il diritto alla salute, il diritto ad una vita meno
ingiusta.
venerdì 31 ottobre 2014
Omaggio a De Filippo: il ricordo di Sergio Solli
Con questa intervista realizzata
un anno e mezzo fa in occasione del monologo intitolato: “Io, testimone di Eduardo” al celebre attore Sergio Solli intendo ricordare il genio napoletano a 30 anni esatti
dalla sua morte. Solli ha recitato in molte celebri commedie con De Filippo come
“Natale in casa Cupiello”, “Le voci di dentro”, “Il sindaco del rione Sanità”
ed altre, è stato poi protagonista in film del calibro di “Così parlò
Bellavista”, “Io speriamo che ma la cavo”, “Il postino” o “To Rome with love”
oltre ad aver recitato in molte fiction televisive.
L’eduardologo racconta tanti aneddoti dell'uomo De Filippo: dal
moscone addomesticato con una zolletta di zucchero in una scatolina alla
ricetta pasta cacio ed uova, dal silenzio struggente per la morte della figlia
Luisella al rapporto complicato col fratello Peppino. Inoltre Solli ha voluto
sfatare il mito della presunta avarizia di Eduardo raccontando un esempio su
tutti: la donazione di 14 milioni di vecchie lire all'attore Formicola nel 1974
per curare il suo cuore malato.
Come ha avuto inizio la tua carriera?
“Bella domanda – sorride - ce li
hai un paio di giorni di tempo? In realtà ha avuto inizio un po’ per caso e molto per
magia perché ero assolutamente ed involontariamente un dilettante. Lavoravo con
mio padre, amavo già molto Eduardo ma mai pensando di voler far l’attore. Poi
ci fu una strana combinazione: mi fu presentato Eduardo che aveva bisogno di
sostituire il figlio Luca che era militare, e nel giro di pochi giorni fui
chiamato per un provino di poche battute e mi sentii dire che sarei entrato a
far parte della compagnia. Avrei debuttato dopo 12 giorni a Firenze al teatro della
Pergola. È stata una cosa fiabesca perché non avrei mai pensato di diventare un
attore, d’altronde facevo un altro mestiere.”
Recitare al fianco del grande Eduardo come ha inciso sulla tua
carriera?
“A livello professionale ha
inciso in tutte le maniere e infatti tutt’ora porto con me le cose imparate e
talvolta a teatro o al cinema escono fuori perché 10 anni non si cancellano.
Poi a livello personale mi è rimasto tutto e contrariamente a quelli che dicono
che sarebbe stato bello essere come Eduardo attore, io rispondo che mi sarebbe
piaciuto essere come Eduardo persona.-
qualche particolare su Eduardo uomo? – mi fai domande da giorni e giorni di
tempo, comunque poteva sembrare un personaggio e, a volte lo era, introverso e
severissimo. Poteva apparire cattivo ma tutto questo aveva un suo perché;
infatti era una maniera costruttiva perché diventava cattivo come disse lui una
volta ad una presentazione di un libro: “Non c’è nulla di peggio di un uomo buono quando diventa cattivo”. Sul
lavoro era molto severo, ce ne fossero ancora ma non ce ne sono più e se ti
doveva mortificare lo faceva davanti a tutti gli altri in modo che tu lo
ricordassi, cosa che non si fa più. Quindi, contrariamente ad altri attori che
spesso ne parlano male perché si son sentiti presi di mira, io ho un gran bel
ricordo.”
Del grande Massimo Troisi cosa puoi raccontarci?
“Con lui ho due film e la
combinazione è che ho fatto il mio primo film ed il suo ultimo “Il postino”.
Non è che abbia conosciuto Massimo benissimo, ci siamo frequentati due, tre
volte a Roma a casa sua negli anni ottanta e ti posso dire che era una persona
un pò strana, un po’ introversa, si fidava solo delle persone a lui molto
amiche.”
In questo momento di crisi un tuo messaggio ai giovani…
“Una volta un giornale scrisse
che io ero uno che aggravava la malattia del teatro nei giovani, nel senso che
li spronavo e lo faccio ancora adesso. Infatti faccio scuola di recitazione ma non è
più come prima perché ora se scoprissi un talento non saprei dove portarlo, tanti
anni fa sapevo dove andare.”
Hai ancora dei sogni nel cassetto?
“Io ho due sogni, nemmeno nel
cassetto, perché quello di Eduardo non era un sogno non essendo un attore e poi ce n’è stato un altro che è
stato ancora di più del primo perché lavorare con Woody Allen era una cosa
inimmaginabile per me. Due utopie che si sono realizzate magicamente dunque
cosa posso volere di più dalla mia carriera?”
E rimpianti?
“C’è qualche rimpianto ma non è
addebitabile a me, ma a qualche cosa che qualcuno magari non mi ha fatto fare,
volevo fare o stavo addirittura per fare, ti parlo di Tornatore. Per una sua
fisima personale non mi fece fare “il Camorrista” perché lui non sopportava
Luciano De Crescenzo, storie strane. Peccato perché quell'anno sarei uscito con
due film importanti il “Mistero di Bellavista” e il “Camorrista”.
Secondo te il teatro può avere un ruolo importante nella crescita
civile degli Italiani?
“Non credo perché purtroppo in
questo momento non ci sono maestri o esempi teatrali almeno al sud, invece da
Roma in su la musica cambia. A Napoli credo che il teatro sia moribondo quindi
non ho molta fiducia e se non è accaduto fino ad ora, non credo che accada più.
Oggi non c’è la predisposizione che il pubblico aveva in passato di andare a
vedere determinati spettacoli anche perché a Napoli non è che ci sia molto da
vedere.”
giovedì 30 ottobre 2014
Tassa sul traffico internet. L'Ungheria protesta
Il governo ungherese di
Orban Viktor ha deciso di imbavagliare la libertà di espressione a cominciare
dal web, imponendo una tassa sul traffico internet.
Le indiscrezioni
parlano di una gabella di 50 centesimi di euro per un Gb di traffico. Dopo le
prime proteste il Fidesz (partito di maggioranza) ha provato ad ammorbidire i
toni promettendo una modifica della proposta di legge giustificata col fine di
centrare il budget 2015.
I cittadini ungheresi
non la hanno bevuta e si sono riversati a migliaia nelle strade per protestare contro
la trovata pericolosa del governo. Un fronte trasversale formato da gente
proveniente da diverse estrazioni sociali e senza simboli politici che ha
sfidato il governo al grido di Orban Viktor dittatore con lancio di mouse,
tastiere e pc verso la sede del Fidesz e manifestando approvazione per l’Unione
Europea.
Una condanna netta del
bavaglio al web è giunta anche dalla commissaria europea per le Politiche
Digitali Neelie Kroes.
Stiamo parlando di un
popolo fiero che è sceso in piazza contro chi ha intenzione di controllare l’accesso
alle informazioni, alla cultura, alla comunicazione e vuole incatenare la
libertà di esprimere quelle idee che non sempre si adeguano al sistema
governativo.
Globalizzazione
significa anche prendere il buono che altri popoli possono offrire e direi che
questo esempio di fierezza merita di essere conosciuto e valutato.
mercoledì 29 ottobre 2014
La toccante lettera-testamento della giovane Reyhaneh
La 26enne iraniana Reyhaneh Jabbari,
condannata alla pena capitale per aver ucciso il suo stupratore, è stata
impiccata all’alba dello scorso 25 Ottobre in barba agli appelli internazionali
ed alla campagna per salvarle la vita lanciata sui social soprattutto ad opera
di Amnesty International. Reyhaneh era stata arrestata nel 2007 per essersi
ribellata ad un ex dipendente dell’intelligence iraniana, Morteza Abdolali.
Di seguito pubblico la sua
lettera-testamento rivolta alla madre affinchè possa essere letta da più
persone possibili e faccia riflettere sul coraggio di una ragazza uccisa ingiustamente.
“Cara Shole,
oggi ho appreso che e’
arrivato il mio turno di affrontare la Qisas (la legge del taglione del regime). Mi sento ferita, perché non mi avevi detto che sono arrivata all’ultima pagina del libro della
mia vita. Non pensi che dovrei saperlo? Non sai quanto mi
vergogno per la tua tristezza. Perché non mi hai dato la possibilità di baciare
la tua mano e quella di papa’?
Il mondo mi ha permesso di
vivere fino a 19 anni. Quella notte fatale avrei dovuto essere uccisa. Il mio corpo sarebbe
stato gettato in un qualche angolo della città e, dopo qualche giorno, la polizia ti
avrebbe portata all’obitorio per identificare il mio cadavere, e avresti
appreso anche che ero stata stuprata. L’assassino non sarebbe mai stato trovato
poiché noi non godiamo della loro ricchezza e del loro potere. E poi avresti
continuato la tua vita nel dolore e nella vergogna, e un paio di anni dopo
saresti morta per questa sofferenza, e sarebbe finita cosi’.
Ma a causa di quel colpo
maledetto la storia e’ cambiata. Il mio corpo non e’ stato gettato via, ma
nella fossa della prigione di Evin e nelle sue celle di isolamento e ora in
questo carcere-tomba di Shahr-e Ray. Ma non vacillare di fronte al destino e non ti lamentare. Sai bene che la
morte non e’ la fine della vita.
Mi hai insegnato che
veniamo al mondo per fare esperienza e per imparare una lezione, e che ogni
nascita porta con se’ una responsabilità. Ho imparato che a volte bisogna
combattere. Mi ricordo quando mi dicesti che l’uomo che
conduceva la vettura aveva protestato contro l’uomo che mi stava frustando, ma
quest’ultimo ha colpito l’altro con la frusta sulla testa e sul volto,
causandone alla fine la morte. Sei stata tu a insegnarmi che bisogna perseverare, anche fino alla morte,
per i valori.
Ci hai insegnato andando a
scuola ad essere delle signore di fronte alle liti e alle lamentele. Ti ricordi
quanto hai influenzato il modo in cui ci comportiamo? La tua esperienza pero’
e’ sbagliata. Quando l’incidente e’ avvenuto, le cose che avevo imparato non mi
sono servite. Quando sono apparsa in corte, agli occhi della gente sembravo una
assassina a sangue freddo e una criminale senza scrupoli. Non ho versato lacrime, non ho
supplicato nessuno. Non ho cercato di piangere fino a perdere la testa,
perché confidavo nella legge.
Ma sono stata incriminata per indifferenza di fronte ad
un crimine. Vedi, non ho ucciso mai nemmeno le zanzare e gettavo fuori gli
scarafaggi prendendoli per le antenne. Ora sono colpevole di omicidio
premeditato. Il mio trattamento degli animali e’ stato interpretato come un
comportamento da ragazzo e il giudice non si e’ nemmeno preoccupato di
considerate il fatto che, al tempo dell’incidente, avevo le unghie lunghe e
laccate.
Quanto ero ottimista ad
aspettarmi giustizia dai giudici! Il giudice non ha mai nemmeno menzionato che
le mie mani non sono dure come quelle di un atleta o un pugile. E questo paese
che tu mi hai insegnata ad amare non mi ha mai voluta, e nessuno mi ha
appoggiata anche sotto i colpi dell’uomo che mi interrogava e piangevo e
sentivo le parole più volgari. Quando ho rimosso da me stessa l’ultimo segno di bellezza, rasandomi i
capelli, sono stata premiata con 11 giorni di isolamento.
Cara Shole, non piangere per quello che senti. Il primo
giorno che nell’ufficio della polizia un agente anziano e non sposato mi ha
colpita per via delle mie unghie, ho capito che la bellezza non e’ fatta per
questi tempi. La bellezza dell’aspetto, la bellezza dei pensieri e dei
desideri, la bella calligrafìa, la bellezza degli occhi e di una visione, e
persino la bellezza di una voce piacevole.
Mia cara madre, il mio modo di pensare è cambiato e tu
non sei responsabile. Le mie parole sono senza fine e le darò a qualcuno in
modo che quando sarò impiccata senza la tua presenza e senza che io lo sappia,
ti verranno consegnate. Ti lascio queste parole come eredita’.
Comunque, prima della mia morte, voglio qualcosa da te e
ti chiedo di realizzare questa richiesta con tutte le tue forze e tutti i tuoi
mezzi. Infatti, e’ la sola cosa che voglio dal mondo, da questo paese e da te.
So che hai bisogno di tempo per questo. Per questo ti dirò questa parte del mio
testamento per prima. Per favore non piangere e ascolta. Voglio che tu vada in
tribunale e presenti la mia richiesta. Non posso scrivere questa lettera
dall’interno della prigione con l’approvazione delle autorità, perciò ancora
una volta dovrai soffrire per causa mia. E’ la sola cosa per cui, anche
se tu dovessi supplicarli, non mi arrabbierei – anche se ti ho detto molte
volte di non supplicarli per salvarmi dalla forca.
Mia buona madre, cara Shole, più cara a me della mia stessa vita, non
voglio marcire sottoterra. Non
voglio che i miei occhi o il mio cuore giovane diventino polvere. Supplicali
perché subito dopo la mia impiccagione, il mio cuore, i reni, gli occhi, le
ossa e qualunque altra cosa possa essere trapiantata venga sottratta al mio
corpo e donata a qualcuno che ne ha bisogno. Non voglio che sappiano il mio
nome, che mi comprino un bouquet di fiori e nemmeno che preghino per me. Ti dico dal profondo
del cuore che non voglio che ci sia una tomba dove tu andrai a piangere e soffrire. Non voglio che tu indossi abiti scuri
per me. Fai del tuo meglio
per dimenticare i miei giorni difficili. Lascia che il vento mi porti via.
Il mondo non ci ama. Non voleva il mio destino. E adesso
sto cedendo e sto abbracciando la morte. Perché nel tribunale di Dio
incriminerò gli ispettori, l’ispettore Shamlou, il giudice, i giudici della
Corte suprema che mi hanno colpita quando ero sveglia e non hanno smesso di
abusare di me. Nel tribunale del creatore accuserò il dottor Farvandi, e
Qassem Shabani e tutti coloro che per ignoranza o menzogna mi hanno tradita e
hanno calpestato i miei diritti.
Cara Shole dal cuore d’oro, nell’altro mondo siamo io e te gli accusatori
e loro sono gli imputati. Vediamo
quel che vuole Dio. Io avrei voluto abbracciarti fino alla morte. Ti voglio
bene.
Reyhaneh”
Secondo fonti iraniane sono
stati vietati i funerali e non è stata autorizzata la donazione degli organi di
Reyhaneh. Bisogna dire che ciò non è tecnicamente possibile dopo morte per
strada da impiccagione perché la morte avviene per il danno acuto e
irreversibile subito dagli organi privati di ossigeno.
lunedì 27 ottobre 2014
L'Agro nocerino sarnese Green che vorrei...e non è utopia
Il
dossier di Amdot (Associazione malati, trapianti e donatori di organi), Spes e
Progetto Agro è tristemente chiaro: nell’Agro nocerino sarnese su 100 decessi
circa 65 sono causati dal cancro.
Malattie
come la leucemia, il tumore ai polmoni, all’apparato digerente e alle ossa,
degenerazione degli apparati neurovegetativi o cardiovascolari fanno parlare di
“Agro dei fuochi”. Il sentore della peste del XXI secolo era già palese da
tempo nel nostro pensare comune poichè da decenni subiamo i lutti e leggiamo di
tante vite stroncate da questi mali.
Un altro
studio recente condotto da una equipe di ricercatori (geochimici, biologi e
medici) dell’Università Federico II di Napoli e dell’Università del Sannio ha
mostrato le possibili relazioni esistenti tra alte concentrazioni di metalli
pesanti nel suolo e la qualità del liquido seminale degli abitanti di sesso
maschile. I risultati dimostrano una forte correlazione tra la concentrazione
anomala di piombo e antimonio e la scarsa qualità del liquido seminale. Più
debole l’impatto di mercurio e zinco.
A questo
punto parlare di un coordinamento
unitario “No Agro dei fuochi” con sedi permanenti nei 16 comuni (Angri,
Bracigliano, Castel San Giorgio, Corbara, Nocera Inferiore, Nocera Superiore,
Pagani, Poggiomarino, Roccapiemonte, San Marzano sul Sarno, Sant’Egidio del
Monte Albino, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Siano, Striano) che fanno
parte di questo territorio sia giusto e fondamentale per un’azione decisa e
propositiva dei cittadini.
Incontri, manifestazioni pacifiche, dibattiti (che già sono avvenuti in occasione del progetto Grande Sarno) e
soprattutto soluzioni affinchè si
faccia rete e si rafforzi quel senso di comune appartenenza ad una terra che
noi stessi abbiamo martoriato. Un impegno civico forte a favore della tutela
dell’ambiente a partire dalla raccolta differenziata ancora più minuziosa, dal
divieto morale di sporcare le strade delle nostre città gettando a terra
qualsiasi cosa senza aspettare pazientemente di imbattersi nel prossimo cestino
per i rifiuti ed infine i roghi. Infatti non possiamo pensare di eliminare il
problema bruciandolo così da immettere nell’aria particelle tossiche che poi
respiriamo e che vanno a posarsi sulle coltivazioni.
A mio
avviso i nostri rappresentanti politici locali dovrebbero ampliare le ZTL, la
pratica del bike sharing e sfruttare a dovere i fondi europei a favore delle
energie rinnovabili. Insomma bonifiche, idee green e sanzioni reali per chi
inquina vanno a braccetto verso quello che chiamo l’Agro nocerino sarnese green
che vorrei.
Queste riflessioni
non vogliono creare allarmismo ma rappresentano la percezione sentita di un
grave problema che coinvolge circa 300.000 abitanti.
martedì 9 settembre 2014
"Ringrazio i carabinieri" e la piazza si divide
Una piazza colma che si diverte e danza a ritmo dello straripante sound by Enzo Avitabile, Tony Esposito ed i Bottari, a suggellare il grande successo dell'OKdoriaFest 2014 ad Angri.
Fino a quì tutto bene. Poi sul palco salgono gli organizzatori e va ancora tutto bene. Infine arriva il momento dei saluti istituzionali e del sindaco Pasquale Mauri: ad accoglierlo un mix di applausi e fischi. Qualcuno è dalla sua parte, altri no.
Il primo cittadino esprime i dovuti ringraziamenti a quanti hanno permesso la riuscita dell'evento: gli organizzatori, lo staff, le guardie ambientali, i vigili urbani ed i carabinieri.
La sola citazione di questi tre corpi, rappresentanti dello Stato, ha fatto andare il "fischiometro" in tilt: le parole grazie, ordine e l'invito ad applaudirli hanno letteralmente scatenato la piazza che si è divisa tra l'approvazione e la protesta.
A mio avviso l'ordine è il frutto sia della civiltà mostrata dai cittadini e sia della presenza sul territorio dei carabinieri, che dunque andavano ringraziati.
Inoltre era evidente che all'aumentare dei fischi cresceva in modo proporzionale l'ira del sindaco che, leggermente lontano dal microfono, avrebbe dovuto evitare quel "pagliacci" ripetuto più volte per non istigare una piazza già palesemente surriscaldata.
Quanto accaduto ieri prescinde dal successone dell'evento, ma non poteva cadere nell'oblio.
E voi, cosa ne pensate?
sabato 6 settembre 2014
Il patto educativo di Renzi. E l'importanza dell'educazione civica?
Il governo Renzi mette la scuola al centro del presente e del futuro dell'Italia e ha pienamente ragione.
Dodici mesi di tempo per investire su di essa e rivoluzionarla affinchè gli edifici scolastici possano sprizzare bellezza educativa da tutti i pori. Il premier nel suo discorso mostra sicurezza, dice di volere coinvolgere tutti nel "patto educativo" con una consultazione che durerà sessanta giorni (dal 15 Settembre al 15 Novembre soprattutto sulle materie da studiare) per recepire più proposte costruttive possibili. Affronta la tematica del delicato ruolo degli insegnanti, dando il via alla lotta al precariato ed alla "supplentite"; aumento degli stipendi secondo meritocrazia e non più in base agli anni di servizio; annuncia un maggiore investimento di risorse nella scuola.
Raccolgo subito l'invito del primo ministro e propongo con convinzione di dare maggiore importanza, per il futuro della nostra società, e maggior peso, in termini di valutazione dello studente, all'educazione civica.
I docenti devono affiancare le famiglie nell'insegnamento ai giovani, fin dalla più tenera età, dei sani princìpi della democrazia, del bene comune e della convivenza civile e rispettosa con gli altri.
In termini pratici far capire che è fondamentale diventare un cittadino attivo, leggere, informarsi, rispettare l'ambiente (fare la raccolta differenziata ad esempio), parcheggiare l'auto dove è lecito farlo, che un parco o un campetto pubblico appartengono a tutti e dunque vanno conservati ed utilizzati rispettando gli altri. Soprattutto già da bambini si deve conoscere il valore della meritocrazia, che il clientelismo va evitato ed il divieto morale e civico di voler "fottere" gli altri perchè ci si crede migliori.
Dal punto di vista del voto numerico, secondo me la materia dovrebbe pesare come il greco o il latino al classico oppure come la matematica allo scientifico. Essere fondamentale.
Utopia? Credo proprio di no.
Tornando al documento programmatico "La buona scuola" mi sento di augurare con tutto il cuore alla mia nazione le 150mila assunzioni che il Governo ha promesso tra un anno (Settembre 2015) e ben vengano il concorso per diventare docenti di ruolo (Renzi ha parlato di 40mila assunzioni tra il 2016 ed il 2019) , l'aumento di stipendio in base alla meritocrazia (finalmente e ciò deve valere anche per altri settori del pubblico) ed il ringiovanimento del corpo docenti (spazio ai giovani preparati e pensionamento meritato a chi ha dato tanto al mondo della scuola).
A mio avviso sono validissime anche le proposte del potenziamento dell'insegnamento dell'inglese ed anche di altre lingue? a partire dai 6 anni di età poichè viviamo in un globo oramai ipercollegato; dell'interazione studente - mondo del lavoro così da permettere ai ragazzi di fare esperienze formative e capire la reale predisposizione per il loro futuro. Più princìpi di economia ed informatica, musica ed educazione artistica e fisica per una forma mentis più critica e libera, senza condizionamento alcuno.
Ora mi chiedo: a tutti questi buoni propositi il Governo farà seguire le condizioni reali per consentire ai giovani di esprimere il proprio talento?
mercoledì 3 settembre 2014
Bateau "Musc" e OkDoriafest: la forza della fantasia e delle idee
Le novità di successo spesso suscitano invidia.
Notizia di ieri è che da Parigi è giunta una raccomandata alla Alilauro di Napoli che diffida la compagnia di navigazione riguardo il tour costiero nel golfo partenopeo e denominato "Bateau Mouche".
L'azienda francese che opera sulla Senna parigina forse ha temuto il furto dell'idea e della propria creatura che è stata incastonata in uno dei panorama più mozzafiato del mondo: il Golfo di Napoli. Accade che fascino, storia e architettura catturano i visitatori e la città del Vesuvio si trova improvvisamente in contrapposizione con quella della tour Eiffel.
Ecco che per evitare lo "scontro diplomatico" subentra la fantasia del popolo napoletano ed il responsabile del progetto, il consigliere comunale Carmine Attanasio, propone la soluzione: "Lo chiamaremo in un napoletanissimo ed inimitabile Bateau Musc". Detto fatto e sul sito di Alilauro compare già la nuova dicitura. L'arte di arrangiarsi e la genialità hanno trovato il bandolo della matassa, a favore di due città, Napoli e Parigi, dalla bellezza inestimabile.
Risolta la "questione dell'invidia europea" se ne apre un'altra e questa volta concerne un paese di 31mila abitanti della provincia di Salerno: Angri.
Ebbene quattro anni fa tre amici (Mimmo Esposito, Marco De Simone e Pietro Paolo Coppola) ebbero la magnifica idea di metter su una festa dedicata alla birra, ai piedi di quella fantastica location che è il castello Doria e la chiamarono OkDoriafest. Tanti ospiti celebri, ottima birra, migliaia e migliaia di visitatori ed una straordinaria opportunità per la cittadina di mettere in mostra la propria storia e le proprie tradizioni.
Tanta gente che si incontra, ascolta i più svariati tipi di musica, beve e si diverte...eppure c'è chi storce il naso e purtroppo lancia strali e maledice l'evento con l'ausilio dei social network o cerca il pelo nell'uovo.
L'invidia consuma l'uomo e gli offusca la mente, perchè con lucidità c'è da dire che gli organizzatori dell'evento sono stati bravi (si è accesa la lampadina), intraprendenti, coraggiosi e fortunati. Sicuramente agiranno per il bene della città ma anche per loro stessi (non siamo ipocriti) e quest'anno per la quarta edizione (4-8 settembre) creeranno senza dubbio le condizioni affinchè gli angresi possano accogliere con ospitalità i visitatori e mostrare con orgoglio le bellezze della propria città.
Dunque non c'è spazio per l'invidia ed il pettegolezzo; le parole d'ordine dovranno essere collaborazione, cordialità ed ospitalità per rendere indelebile nella memoria dei visitatori il ricordo della città dei Doria.
Avanti così e come direbbe Rafa Benitez "Sin prisa, pero sin pausa".
Notizia di ieri è che da Parigi è giunta una raccomandata alla Alilauro di Napoli che diffida la compagnia di navigazione riguardo il tour costiero nel golfo partenopeo e denominato "Bateau Mouche".
L'azienda francese che opera sulla Senna parigina forse ha temuto il furto dell'idea e della propria creatura che è stata incastonata in uno dei panorama più mozzafiato del mondo: il Golfo di Napoli. Accade che fascino, storia e architettura catturano i visitatori e la città del Vesuvio si trova improvvisamente in contrapposizione con quella della tour Eiffel.
Ecco che per evitare lo "scontro diplomatico" subentra la fantasia del popolo napoletano ed il responsabile del progetto, il consigliere comunale Carmine Attanasio, propone la soluzione: "Lo chiamaremo in un napoletanissimo ed inimitabile Bateau Musc". Detto fatto e sul sito di Alilauro compare già la nuova dicitura. L'arte di arrangiarsi e la genialità hanno trovato il bandolo della matassa, a favore di due città, Napoli e Parigi, dalla bellezza inestimabile.
Risolta la "questione dell'invidia europea" se ne apre un'altra e questa volta concerne un paese di 31mila abitanti della provincia di Salerno: Angri.
Ebbene quattro anni fa tre amici (Mimmo Esposito, Marco De Simone e Pietro Paolo Coppola) ebbero la magnifica idea di metter su una festa dedicata alla birra, ai piedi di quella fantastica location che è il castello Doria e la chiamarono OkDoriafest. Tanti ospiti celebri, ottima birra, migliaia e migliaia di visitatori ed una straordinaria opportunità per la cittadina di mettere in mostra la propria storia e le proprie tradizioni.
Tanta gente che si incontra, ascolta i più svariati tipi di musica, beve e si diverte...eppure c'è chi storce il naso e purtroppo lancia strali e maledice l'evento con l'ausilio dei social network o cerca il pelo nell'uovo.
L'invidia consuma l'uomo e gli offusca la mente, perchè con lucidità c'è da dire che gli organizzatori dell'evento sono stati bravi (si è accesa la lampadina), intraprendenti, coraggiosi e fortunati. Sicuramente agiranno per il bene della città ma anche per loro stessi (non siamo ipocriti) e quest'anno per la quarta edizione (4-8 settembre) creeranno senza dubbio le condizioni affinchè gli angresi possano accogliere con ospitalità i visitatori e mostrare con orgoglio le bellezze della propria città.
Dunque non c'è spazio per l'invidia ed il pettegolezzo; le parole d'ordine dovranno essere collaborazione, cordialità ed ospitalità per rendere indelebile nella memoria dei visitatori il ricordo della città dei Doria.
Avanti così e come direbbe Rafa Benitez "Sin prisa, pero sin pausa".
lunedì 1 settembre 2014
Giù le mani da don Ciotti
“Sono felice di spendere la mia vita a saldare la terra con
il cielo”. Questa frase di don Ciotti al
programma televisivo “Parla con me”, nel febbraio 2009, descrive perfettamente
un uomo coraggioso, un prete di periferia molto impegnato nel sociale e sempre
dalla parte degli ultimi, un uomo di Chiesa che mette in pratica il Vangelo.
“Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo”…questa invece la minaccia di morte del boss Totò Riina
durante un colloquio col capo della sacra corona unita (tutto minuscolo
volontariamente) Alberto Lorusso, nel carcere di Opera, che nei giorni scorsi ha
allarmato l’opinione pubblica ed ha fatto sì che la scorta del sacerdote fosse
affidata a due poliziotti. A Riina non vanno giù i beni confiscati alla mafia
ed il loro riutilizzo sociale da parte dell’associazione Libera di cui don Ciotti
è il creatore e massimo esponente. La “proposta di morte” non è rivolta solo ad
un uomo, ma alle tante persone che ogni giorno alzano la testa contro un
sistema soffocante, una ragnatela maligna che ingabbia la libertà, la cultura e
la civiltà.
Don Luigi Ciotti
non piega la testa e anzi risponde con convinzione, invocando alcuni temi a mio
avviso fondamentali: la fedeltà al Vangelo, la ribellione delle coscienze, la
forza del “noi”, il vuoto di democrazia e la corruzione.
- Ha perfettamente ragione quando afferma che solo contrastando le ingiustizie, le violenze e stando dalla parte delle vittime e degli ultimi l’uomo di chiesa è realmente fedele al Vangelo…altro che sermoni domenicali, a cui gli stessi oratori non fanno seguire i fatti, le ricchezze ed i privilegi.
- In effetti i cittadini di buona volontà devono trovare la forza prima dentro sé stessi e poi nelle più svariate forme di associazionismo e dunque cementificando quel noi per poter reagire alla dittatura di inciviltà e morte imposta dal sistema malavitoso. I buoni esempi non mancano e spronano la gente comune.
- Più che vuoto di democrazia io direi mancanza della presenza dello Stato. Non lo identifico solamente nell’azione di controllo e repressione da parte delle forze dell’ordine presenti nelle nostre strade, ma soprattutto nella creazione delle condizioni di sviluppo della persona umana: scuole, lavoro, teatri, luoghi di aggregazione e di coinvolgimento di tanti giovani che oggi, complice la crisi economica, si sentono persi, non vedono un futuro soddisfacente, oppure provenendo da situazioni familiari difficili scelgono spesso la strada sbagliata.
- Infine la corruzione: credo sia il male dei mali in Italia, il marchingegno della bustarella, del cosiddetto “piacere” che affossa il merito e premia gli adulatori o i figli di…, che poi dopo decenni presenta il conto: deficit economico delle aziende pubbliche, inefficienza degli apparati statali, opere pubbliche costruite senza criteri e le vittime innocenti ne pagano le conseguenze. Anzi le stiamo pagando noi e se non ci diamo una mossa subiranno questo scempio anche le generazioni future.
Noi giovani abbiamo
il dovere civile e morale di reagire, di non adeguarci e di alzare la testa perché
abbiamo diritto ad una vita libera, senza condizionamenti malavitosi e
soprattutto ricca di possibilità per esprimere il nostro talento possibilmente
nella direzione del BENE COMUNE.
Il breve resoconto che segue servirà a capire l’attivismo
di don Luigi Ciotti:
- nel 1965 fonda il Gruppo Abele con un progetto educativo negli istituti di pena minorili e la nascita di alcune comunità per adolescenti alternative al carcere;
- nel 1973, il Gruppo inaugura il “Centro Droga”, un luogo di accoglienza e ascolto per i giovani con problemi di tossicodipendenza. L’associazione comincia ad affiancare l’impegno culturale con un centro studi, una casa editrice e l’Università della strada: gli spazi di ascolto, l’attenzione per le varie forme di dipendenza (nuove droghe, alcool, gioco d’azzardo), l’aiuto alle vittime di tratta e alle donne prostituite, con l’unità di strada, il numero verde, il supporto legale, le iniziative per l’integrazione delle persone migranti, come l’educativa di strada per gli adolescenti stranieri. Poi attività di ricerca, una biblioteca, riviste tematiche, e percorsi educativi rivolti a giovani, operatori sociali e famiglie. Infine, un consorzio di cooperative sociali per dare lavoro a persone con percorsi difficili, eredità delle botteghe e dei laboratori professionali;
- dal 1979 il Gruppo si apre anche alla cooperazione internazionale, con un primo progetto in Vietnam, cui ne seguiranno altri in Sud America e Costa d’Avorio, quest’ultimo tuttora in corso;
- nell’estate del 1992, don Ciotti fonda il mensile Narcomafie e nel 1995 il coordinamento di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, oggi punto di riferimento per oltre 1.600 realtà nazionali e internazionali. Nel 1996 Libera promuove la raccolta di oltre un milione di firme per l’approvazione della legge sull’uso sociale dei beni confiscati, e nel 2010 una seconda grande campagna nazionale contro la corruzione. A tal fine servono le cooperative sociali sui beni confiscati con i loro prodotti dal gusto di legalità e responsabilità; il sostegno concreto ai familiari delle vittime e la mobilitazione annuale del 21 marzo, “Giornata della memoria e dell’impegno”; l’investimento sulla ricerca e l’informazione, attraverso l’Osservatorio “LiberaInformazione”; l’attenzione alla dimensione internazionale, con la rete di Flare – freedom, legality and rights in Europe.
- Nel gennaio 2013 Libera e Gruppo Abele avviano la campagna online di Riparte il futuro, che ha permesso la modifica dell’articolo 416 ter del codice penale in tema di voto di scambio politico - mafioso il 16 aprile 2014. (Fonte: Wikipedia)
domenica 31 agosto 2014
Cosa accade se Isis impone il sistema scolastico?
I miliziani in nero fanno sul serio: uccidono chi non si sottomette, conquistano territori, stuprano o vendono le donne e arruolano anche i bambini. L'ultima loro decisione, una delle più inquietanti a mio avviso, è la pianificazione del sistema scolastico dello Stato Islamico, illustrato alla popolazione della provincia di Raqqa (Siria) tramite un documento di dodici punti.
E' presente una forte carica ideologica utilissima agli uomini del Califfato per l'indottrinamento delle menti più giovani e tipica delle dittature più stringenti, come la storia ci ha insegnato.
Vengono bandite le seguenti materie scolastiche: educazione artistica e musicale, psicologia, filosofia e sociologia, educazione fisica e le religioni degli infedeli.
Provo a ragionare sul perchè dell'infausta scelta:
miliziani avranno pensato che sarebbe controproducente per lo Stato Islamico la conoscenza del patrimonio artistico mondiale e quindi del concetto di bellezza che si oppone nettamente alla barbarie e la sensibilità che si prova nell'ascolto dei grandi della musica potrebbe "indebolire" i musulmani del domani e renderli molto più simili al resto del mondo. Freud, Weber, Durkheim, Kant, Socrate e Platone rappresentano un pericolo reale per la forma mentis dei più giovani soggiogati del Califfato e dunque i loro insegnamenti vanno evitati.
Fare sport serve a star bene con sè stessi, a conoscere meglio il proprio corpo, semmai appassionarsi a qualche disciplina ma ciò può distrarre dall'obiettivo delle mire espansionistiche e della conversione mondiale all'Islam.
L'educazione islamica verrà curata nei minimi dettagli, il lavaggio del cervello portato avanti in base ai precetti coranici "modificati" secondo le esigenze di chi comanda e crea un popolo assuefatto, pronto a combattere per fini folli.
Tutto è stato creato da Allah e dunque Darwin e la teoria sull'origine ed evoluzione della specie vengono cassati dall'elenco degli insegnamenti consentiti. Sì alla sola grammatica araba e nessun riferimento a democrazia, confronto e libere elezioni.
"Dulcis in fundo" le donne dovranno indossare il velo islamico.
Questi combattenti riescono a reperire un mare di fondi dalla vendita del petrolio proveniente dai siti nel nord dell'Iraq, dal sostegno degli Stati amici (Qatar su tutti), simpatizzanti on line. Un giro di vite che coinvolge anche circa 9000 occidentali che si sono arruolati con Isis (cosa li spingerà a questo?) e pronti a tornare nei propri confini nazionali per cercare adepti o peggio per compiere attentati.
In fin dei conti l'indottrinamento estremo crea barriere invalicabili, contrappone gruppi di persone...genera mostri.
Ci tengo a sottolineare che queste riflessioni riguardano solo il sistema scolastico imposto dal Califfato e non la totalità dei musulmani di buona volontà.
Iscriviti a:
Post (Atom)