venerdì 12 dicembre 2014

"Riforma delle coscienze" al Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre


La povertà, le disuguaglianze e l'adeguamento al sistema sono i tre flagelli che alimentano tutti i tipi di mafie.

E' quanto emerge dalla giornata del Premio nazionale per l'impegno civile Marcello Torre in ricordo del sindaco di Pagani (Sa) assassinato dalla camorra l'undici dicembre del 1980. Tanti studenti presenti nell'aula magna del liceo scientifico Mons. B. Mangino per guardare un video dell'epoca e per ascoltare le testimonianze delle tante autorità presenti: Giuseppe De Marzo (Responsabile nazionale della campagna Miseria Ladra), Michele Sorice (docente di Sociologia della comunicazione alla LUISS di Roma), Roberto Montà (Sindaco di Grugliasco e Presidente di Avviso Pubblico), Franco Roberti (Procuratore Nazionale Antimafia) e don Luigi Ciotti (Presidente Libera).

La signora De Palma, vedova di Marcello Torre ha chiesto con forza e con rabbia di avere giustizia e di avere una risposta. Insomma di riaprire il caso. Richiesta che il Procuratore Roberti sembra aver accettato per fare definitivamente chiarezza su questo barbaro omicidio avvenuto oramai 34 anni fa.


L'intervento di don Luigi Ciotti è stato davvero penetrante, dal tono di voce deciso ed a favore di una riforma delle coscienze da parte di tutti. "C'è bisogno di uno scatto"- il motto più volte ripetuto e di risposte da parte delle istituzioni, ma la rivoluzione etica deve assolutamente partire dai cittadini. Pesano sicuramente la povertà, la mancanza di lavoro che alimenta le maglie larghe della malavita e le disuguaglianze sociali, ma per cambiare lo status quo la gente non deve voltare la faccia dall'altra parte...deve denunciare, altrimenti continueremo a lamentarci inutilmente.
E' poi sconvolgente il dato proferito da don Luigi e riguardante l'intenzione di accettare un lavoro colluso con le mafie da parte di 6 giovani su 10 e proprio per questo egli ha insistito sul coinvolgimento etico di quei 2 milioni di italiani che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione.

Una mattinata davvero molto emozionante e da ripetere possibilmente in ogni dove per sensibilizzare i giovani ed infondere coraggio per poter cambiare in meglio la società civile.

Essere uomini non significa avere una pistola in mano e sparare oppure lucrare sulle debolezze di un sistema, ma acculturarsi, fare associazionismo ed agire per migliorare a favore di tutti il nostro habitat sociale.