martedì 9 settembre 2014

"Ringrazio i carabinieri" e la piazza si divide



Una piazza colma che si diverte e danza a ritmo dello straripante sound by Enzo Avitabile, Tony Esposito ed i Bottari, a suggellare il grande successo dell'OKdoriaFest 2014 ad Angri.

Fino a quì tutto bene. Poi sul palco salgono gli organizzatori e va ancora tutto bene. Infine arriva il momento dei saluti istituzionali e del sindaco Pasquale Mauri: ad accoglierlo un mix di applausi e fischi. Qualcuno è dalla sua parte, altri no.
Il primo cittadino esprime i dovuti ringraziamenti a quanti hanno permesso la riuscita dell'evento: gli organizzatori, lo staff, le guardie ambientali, i vigili urbani ed i carabinieri.

La sola citazione di questi tre corpi, rappresentanti dello Stato, ha fatto andare il "fischiometro" in tilt: le parole grazie, ordine e l'invito ad applaudirli hanno letteralmente scatenato la piazza che si è divisa tra l'approvazione e la protesta.

A mio avviso l'ordine è il frutto sia della civiltà mostrata dai cittadini e sia della presenza sul territorio dei carabinieri, che dunque andavano ringraziati.

Posso capire la rabbia di parenti e amici contro di essi per l'uccisione del giovanissimo Davide, ma non chi cavalca intenzionalmente l'onda di emozioni negative e spara (con la lingua) nel mucchio a cuor leggero: a questo punto diciamo che tutti gli operai vogliono solo scioperare, che tutti gli insegnanti sono incapaci, che tutti i giornalisti sono terroristi...e non spetta a me giudicare quel dramma.

Inoltre era evidente che all'aumentare dei fischi cresceva in modo proporzionale l'ira del sindaco che, leggermente lontano dal microfono, avrebbe dovuto evitare quel "pagliacci" ripetuto più volte per non istigare una piazza già palesemente surriscaldata.

Quanto accaduto ieri prescinde dal successone dell'evento, ma non poteva cadere nell'oblio.

E voi, cosa ne pensate?

sabato 6 settembre 2014

Il patto educativo di Renzi. E l'importanza dell'educazione civica?

                                                                           

Il governo Renzi mette la scuola al centro del presente e del futuro dell'Italia e ha pienamente ragione.

Dodici mesi di tempo per investire su di essa e rivoluzionarla affinchè gli edifici scolastici possano sprizzare bellezza educativa da tutti i pori. Il premier nel suo discorso mostra sicurezza, dice di volere coinvolgere tutti nel "patto educativo" con una consultazione che durerà sessanta giorni (dal 15 Settembre al 15 Novembre soprattutto sulle materie da studiare) per recepire più proposte costruttive possibili. Affronta la tematica del delicato ruolo degli insegnanti, dando il via alla lotta al precariato ed alla "supplentite"; aumento degli stipendi secondo meritocrazia e non più in base agli anni di servizio; annuncia un maggiore investimento di risorse nella scuola.

Raccolgo subito l'invito del primo ministro e propongo con convinzione di dare maggiore importanza, per il futuro della nostra società, e maggior peso, in termini di valutazione dello studente, all'educazione civica.
I docenti devono affiancare le famiglie nell'insegnamento ai giovani, fin dalla più tenera età, dei sani princìpi della democrazia, del bene comune e della convivenza civile e rispettosa con gli altri.
In termini pratici far capire che è fondamentale diventare un cittadino attivo, leggere, informarsi, rispettare l'ambiente (fare la raccolta differenziata ad esempio), parcheggiare l'auto dove è lecito farlo, che un parco o un campetto pubblico appartengono a tutti e dunque vanno conservati ed utilizzati rispettando gli altri. Soprattutto già da bambini si deve conoscere il valore della meritocrazia, che il clientelismo va evitato ed il divieto morale e civico di voler "fottere" gli altri perchè ci si crede migliori.
Dal punto di vista del voto numerico, secondo me la materia dovrebbe pesare come il greco o il latino al classico oppure come la matematica allo scientifico. Essere fondamentale.
Utopia? Credo proprio di no.

Tornando al documento programmatico "La buona scuola" mi sento di augurare con tutto il cuore alla mia nazione le 150mila assunzioni che il Governo ha promesso tra un anno (Settembre 2015) e ben vengano il concorso per diventare docenti di ruolo (Renzi ha parlato di 40mila assunzioni tra il 2016 ed il 2019) , l'aumento di stipendio in base alla meritocrazia (finalmente e ciò deve valere anche per altri settori del pubblico) ed il ringiovanimento del corpo docenti (spazio ai giovani preparati e pensionamento meritato a chi ha dato tanto al mondo della scuola).

A mio avviso sono validissime anche le proposte del potenziamento dell'insegnamento dell'inglese ed anche di altre lingue? a partire dai 6 anni di età poichè viviamo in un globo oramai ipercollegato; dell'interazione studente - mondo del lavoro così da permettere ai ragazzi di fare esperienze formative e capire la reale predisposizione per il loro futuro. Più princìpi di economia ed informatica, musica ed educazione artistica e fisica per una forma mentis più critica e libera, senza condizionamento alcuno.

Ora mi chiedo: a tutti questi buoni propositi il Governo farà seguire le condizioni reali per consentire ai giovani di esprimere il proprio talento?


mercoledì 3 settembre 2014

Bateau "Musc" e OkDoriafest: la forza della fantasia e delle idee

                                                                             
Le novità di successo spesso suscitano invidia.
Notizia di ieri è che da Parigi è giunta una raccomandata alla Alilauro di Napoli che diffida la compagnia di navigazione riguardo il tour costiero nel golfo partenopeo e denominato "Bateau Mouche".

L'azienda francese che opera sulla Senna parigina forse ha temuto il furto dell'idea e della propria creatura che è stata incastonata in uno dei panorama più mozzafiato del mondo: il Golfo di Napoli. Accade che fascino, storia e architettura catturano i visitatori e la città del Vesuvio si trova improvvisamente in contrapposizione con quella della tour Eiffel.

Ecco che per evitare lo "scontro diplomatico" subentra la fantasia del popolo napoletano ed il responsabile del progetto, il consigliere comunale Carmine Attanasio, propone la soluzione: "Lo chiamaremo in un napoletanissimo ed inimitabile Bateau Musc". Detto fatto e sul sito di Alilauro compare già la nuova dicitura. L'arte di arrangiarsi e la genialità hanno trovato il bandolo della matassa, a favore di due città, Napoli e Parigi, dalla bellezza inestimabile.

Risolta la "questione dell'invidia europea" se ne apre un'altra e questa volta concerne un paese di 31mila abitanti della provincia di Salerno: Angri.
Ebbene quattro anni fa tre amici (Mimmo Esposito, Marco De Simone e Pietro Paolo Coppola) ebbero la magnifica idea di metter su una festa dedicata alla birra, ai piedi di quella fantastica location che è il castello Doria e la chiamarono OkDoriafest. Tanti ospiti celebri, ottima birra, migliaia e migliaia di visitatori ed una straordinaria opportunità per la cittadina di mettere in mostra la propria storia e le proprie tradizioni.
Tanta gente che si incontra, ascolta i più svariati tipi di musica, beve e si diverte...eppure c'è chi storce il naso e purtroppo lancia strali e maledice l'evento con l'ausilio dei social network o cerca il pelo nell'uovo.

L'invidia consuma l'uomo e gli offusca la mente, perchè con lucidità c'è da dire che gli organizzatori dell'evento sono stati bravi (si è accesa la lampadina), intraprendenti, coraggiosi e fortunati. Sicuramente agiranno per il bene della città ma anche per loro stessi (non siamo ipocriti) e quest'anno per la quarta edizione (4-8 settembre) creeranno senza dubbio le condizioni affinchè gli angresi possano accogliere con ospitalità i visitatori e mostrare con orgoglio le bellezze della propria città.

Dunque non c'è spazio per l'invidia ed il pettegolezzo; le parole d'ordine dovranno essere collaborazione, cordialità ed ospitalità per rendere indelebile nella memoria dei visitatori il ricordo della città dei Doria.
Avanti così e come direbbe Rafa Benitez "Sin prisa, pero sin pausa".

lunedì 1 settembre 2014

Giù le mani da don Ciotti

                                                                               
“Sono felice di spendere la mia vita a saldare la terra con il cielo”. Questa frase di don Ciotti al programma televisivo “Parla con me”, nel febbraio 2009, descrive perfettamente un uomo coraggioso, un prete di periferia molto impegnato nel sociale e sempre dalla parte degli ultimi, un uomo di Chiesa che mette in pratica il Vangelo.

“Ciotti, Ciotti, putissimo pure ammazzarlo”…questa invece la minaccia di morte del boss Totò Riina durante un colloquio col capo della sacra corona unita (tutto minuscolo volontariamente) Alberto Lorusso, nel carcere di Opera, che nei giorni scorsi ha allarmato l’opinione pubblica ed ha fatto sì che la scorta del sacerdote fosse affidata a due poliziotti. A Riina non vanno giù i beni confiscati alla mafia ed il loro riutilizzo sociale da parte dell’associazione Libera di cui don Ciotti è il creatore e massimo esponente. La “proposta di morte” non è rivolta solo ad un uomo, ma alle tante persone che ogni giorno alzano la testa contro un sistema soffocante, una ragnatela maligna che ingabbia la libertà, la cultura e la civiltà.
Don Luigi Ciotti non piega la testa e anzi risponde con convinzione, invocando alcuni temi a mio avviso fondamentali: la fedeltà al Vangelo, la ribellione delle coscienze, la forza del “noi”, il vuoto di democrazia e la corruzione. 
  • Ha perfettamente ragione quando afferma che solo contrastando le ingiustizie, le violenze e stando dalla parte delle vittime e degli ultimi l’uomo di chiesa è realmente fedele al Vangelo…altro che sermoni domenicali, a cui gli stessi oratori non fanno seguire i fatti, le ricchezze ed i privilegi.
  • In effetti i cittadini di buona volontà devono trovare la forza prima dentro sé stessi e poi nelle più svariate forme di associazionismo e dunque cementificando quel noi per poter reagire alla dittatura di inciviltà e morte imposta dal sistema malavitoso. I buoni esempi non mancano e spronano la gente comune.
  • Più che vuoto di democrazia io direi mancanza della presenza dello Stato. Non lo identifico solamente nell’azione di controllo e repressione da parte delle forze dell’ordine presenti nelle nostre strade, ma soprattutto nella creazione delle condizioni di sviluppo della persona umana: scuole, lavoro, teatri, luoghi di aggregazione e di coinvolgimento di tanti giovani che oggi, complice la crisi economica, si sentono persi, non vedono un futuro soddisfacente, oppure provenendo da situazioni familiari difficili scelgono spesso la strada sbagliata.
  • Infine la corruzione: credo sia il male dei mali in Italia, il marchingegno della bustarella, del cosiddetto “piacere” che affossa il merito e premia gli adulatori o i figli di…, che poi dopo decenni presenta il conto: deficit economico delle aziende pubbliche, inefficienza degli apparati statali, opere pubbliche costruite senza criteri e le vittime innocenti ne pagano le conseguenze. Anzi le stiamo pagando noi e se non ci diamo una mossa subiranno questo scempio anche le generazioni future.


Noi giovani abbiamo il dovere civile e morale di reagire, di non adeguarci e di alzare la testa perché abbiamo diritto ad una vita libera, senza condizionamenti malavitosi e soprattutto ricca di possibilità per esprimere il nostro talento possibilmente nella direzione del BENE COMUNE.

Il breve resoconto che segue servirà a capire l’attivismo di don Luigi Ciotti: 
  • nel 1965 fonda il Gruppo Abele con un progetto educativo negli istituti di pena minorili e la nascita di alcune comunità per adolescenti alternative al carcere;
  • nel 1973, il Gruppo inaugura il “Centro Droga”, un luogo di accoglienza e ascolto per i  giovani con problemi di tossicodipendenza. L’associazione comincia ad affiancare l’impegno culturale con un centro studi, una casa editrice e l’Università della strada: gli spazi di ascolto, l’attenzione per le varie forme di dipendenza (nuove droghe, alcool, gioco d’azzardo), l’aiuto alle vittime di tratta e alle donne prostituite, con l’unità di strada, il numero verde, il supporto legale, le iniziative per l’integrazione delle persone migranti, come l’educativa di strada per gli adolescenti stranieri. Poi attività di ricerca, una biblioteca, riviste tematiche, e percorsi educativi rivolti a giovani, operatori sociali e famiglie. Infine, un consorzio di cooperative sociali per dare lavoro a persone con percorsi difficili, eredità delle botteghe e dei laboratori professionali;
  • dal 1979 il Gruppo si apre anche alla cooperazione internazionale, con un primo progetto in Vietnam, cui ne seguiranno altri in Sud America e Costa d’Avorio, quest’ultimo tuttora in corso;
  • nell’estate del 1992, don Ciotti fonda il mensile Narcomafie e nel 1995 il coordinamento di Libera, associazioni, nomi e numeri contro le mafie, oggi punto di riferimento per oltre 1.600 realtà nazionali e internazionali. Nel 1996 Libera promuove la raccolta di oltre un milione di firme per l’approvazione della legge sull’uso sociale dei beni confiscati, e nel 2010 una seconda grande campagna nazionale contro la corruzione. A tal fine servono le cooperative sociali sui beni confiscati con i loro prodotti dal gusto di legalità e responsabilità; il sostegno concreto ai familiari delle vittime e la mobilitazione annuale del 21 marzo, “Giornata della memoria e dell’impegno”; l’investimento sulla ricerca e l’informazione, attraverso l’Osservatorio “LiberaInformazione”; l’attenzione alla dimensione internazionale, con la rete di Flare – freedom, legality and rights in Europe.
  • Nel gennaio 2013 Libera Gruppo Abele avviano la campagna online di Riparte il futuro, che ha permesso la modifica dell’articolo 416 ter del codice penale in tema di voto di scambio politico - mafioso il 16 aprile 2014. (Fonte: Wikipedia)