sabato 6 settembre 2014

Il patto educativo di Renzi. E l'importanza dell'educazione civica?

                                                                           

Il governo Renzi mette la scuola al centro del presente e del futuro dell'Italia e ha pienamente ragione.

Dodici mesi di tempo per investire su di essa e rivoluzionarla affinchè gli edifici scolastici possano sprizzare bellezza educativa da tutti i pori. Il premier nel suo discorso mostra sicurezza, dice di volere coinvolgere tutti nel "patto educativo" con una consultazione che durerà sessanta giorni (dal 15 Settembre al 15 Novembre soprattutto sulle materie da studiare) per recepire più proposte costruttive possibili. Affronta la tematica del delicato ruolo degli insegnanti, dando il via alla lotta al precariato ed alla "supplentite"; aumento degli stipendi secondo meritocrazia e non più in base agli anni di servizio; annuncia un maggiore investimento di risorse nella scuola.

Raccolgo subito l'invito del primo ministro e propongo con convinzione di dare maggiore importanza, per il futuro della nostra società, e maggior peso, in termini di valutazione dello studente, all'educazione civica.
I docenti devono affiancare le famiglie nell'insegnamento ai giovani, fin dalla più tenera età, dei sani princìpi della democrazia, del bene comune e della convivenza civile e rispettosa con gli altri.
In termini pratici far capire che è fondamentale diventare un cittadino attivo, leggere, informarsi, rispettare l'ambiente (fare la raccolta differenziata ad esempio), parcheggiare l'auto dove è lecito farlo, che un parco o un campetto pubblico appartengono a tutti e dunque vanno conservati ed utilizzati rispettando gli altri. Soprattutto già da bambini si deve conoscere il valore della meritocrazia, che il clientelismo va evitato ed il divieto morale e civico di voler "fottere" gli altri perchè ci si crede migliori.
Dal punto di vista del voto numerico, secondo me la materia dovrebbe pesare come il greco o il latino al classico oppure come la matematica allo scientifico. Essere fondamentale.
Utopia? Credo proprio di no.

Tornando al documento programmatico "La buona scuola" mi sento di augurare con tutto il cuore alla mia nazione le 150mila assunzioni che il Governo ha promesso tra un anno (Settembre 2015) e ben vengano il concorso per diventare docenti di ruolo (Renzi ha parlato di 40mila assunzioni tra il 2016 ed il 2019) , l'aumento di stipendio in base alla meritocrazia (finalmente e ciò deve valere anche per altri settori del pubblico) ed il ringiovanimento del corpo docenti (spazio ai giovani preparati e pensionamento meritato a chi ha dato tanto al mondo della scuola).

A mio avviso sono validissime anche le proposte del potenziamento dell'insegnamento dell'inglese ed anche di altre lingue? a partire dai 6 anni di età poichè viviamo in un globo oramai ipercollegato; dell'interazione studente - mondo del lavoro così da permettere ai ragazzi di fare esperienze formative e capire la reale predisposizione per il loro futuro. Più princìpi di economia ed informatica, musica ed educazione artistica e fisica per una forma mentis più critica e libera, senza condizionamento alcuno.

Ora mi chiedo: a tutti questi buoni propositi il Governo farà seguire le condizioni reali per consentire ai giovani di esprimere il proprio talento?


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